[IL VANGELO DI OGNI GIORNO] IV TEMPO ORDINARIO – Sabato 2

Sabato – LA SOLITUDINE E L’AMORE DEGLI UOMINI (Mc 6,30-34)

 

Venite in disparte, in un luogo solitario

Migliaia di religiosi e religiose nella storia della Chiesa hanno obbedito a questa esortazione. La parola monaco viene dal greco “monachos”, solo, eremita. Sulle porte dei monasteri certosini si legge talvolta l’iscrizione: “Beata solitudine, sola beatitudine.”

C’è differenza, però, fra “solitudine” ed “isolamento”. L’uomo è un essere sociale. La sua persona si sviluppa nella relazione con gli altri e nell’amore reciproco. Perché, allora, i devoti cercavano e cercano la solitudine? La risposta è semplice: si evita la folla per sentirsi più vicino ad un altro con cui, nel rumore e nella confusione, non si riesce a parlare profondamente. Come due innamorati. Chi ama Dio vive un’esperienza simile, in modo particolarmente intenso. Chi si apparta con Dio, non è mai solo.

 

Riposatevi un po’

Quando il motore dell’automobile si surriscalda, è bene lasciarlo raffreddare. Quando abbiamo camminato troppo, ci mettiamo comodi. Anche il nostro sistema nervoso chiede di tanto in tanto di essere liberato dalla tensione eccessiva e dai troppi pensieri. Eppure molti non sanno riposarsi veramente; appena provano a mettersi tranquilli, invece di star meglio, vengono aggrediti con più forza dalle preoccupazioni.

Due fanno una passeggiata in montagna: uno torna rinfrancato, l’altro affaticato e non solo fisicamente, anche nell’anima. Invece di guardare il panorama, ha pensato all’esame che lo aspetta.

I medici consigliano di sedersi sulla riva del mare e di cercare, almeno per mezz’ora, di non pensare ad altro che al mare. È un modo per purificare la mente. I cristiani, che amano la solitudine, sanno riposarsi concentrandosi sul mare della misericordia divina.

 

Vide molta folla e si commosse per loro

In natura si lotta per la sopravvivenza. Il più forte distrugge il più debole; le piante cercano di superare quelle vicine nella crescita, gli animali si divorano fra loro. Si dice che gli uomini non siano migliori; anzi, conducono la lotta per la vita con mezzi ancora più brutali e raffinati. C’è un proverbio tedesco che dice: sarai incudine o martello, o batterai gli altri o gli altri batteranno te.

Ma osserviamo anche il contrario. Un ubriaco cade per terra. Beh, se l’è voluta. Passa un uomo e gli dà una mano per rialzarsi. Sente compassione per lui. “Compassione” è una bella parola, significa soffrire insieme, patire in comune, sentire il dolore dell’altro come se fosse mio. Secondo Solov’ëv questo sentimento è la prima manifestazione della vita religiosa, quello che ci fa simili a Dio, che ebbe compassione per noi e diede il proprio Figlio per la nostra salvezza (Gv 3,16). La compassione per gli altri ha spinto molti santi che cercavano Dio nella solitudine a ritornare nella società a lavorare per gli altri.

 


IL VANGELO DI OGNI GIORNO sono le riflessioni sul Vangelo feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.

Il libro è disponibile presso EDIZIONI LIPA