[IL VANGELO DI OGNI GIORNO] V TEMPO ORDINARIO – Sabato 2

Sabato – LA MOLTIPLICAZIONE DEI PANI (Mc 8,1-10; cf Mt 15,32-39)

 

Molta folla non aveva da mangiare

Ogni tanto i giornali riportano i dati delle Nazioni Unite sul numero di persone che nel mondo muoiono di fame. Nonostante il progresso tecnico, economico e sociale, una gran parte dell’umanità non ha di che nutrirsi. Si dice che la terra sia troppo piccola per sfamare tutta questa gente in continua crescita. C’è chi porta argomenti per sostenere questa tesi e chi la contraddice, e vengono dette tante cose e il loro contrario, cose spesso banali o solo demagogiche.

I predicatori cristiani, com’è naturale, affrontano il problema dal punto di vista morale e insistono sulla responsabilità personale di ciascuno. Si tratta soprattutto di risvegliare il senso della compassione e di comunione verso gli altri: come può un cristiano permettersi di avere tutto, quando a un altro manca anche il minimo indispensabile? Si dice che l’aiuto individuale sia come una goccia nel mare, del tutto inutile a sopperire l’eterna mancanza di fondi delle organizzazioni internazionali. Ma se i fondi mancano, è proprio perché manca l’aiuto individuale.

 

Mangiarono e si saziarono

“Se potessi fare un miracolo come Gesù, aiuterei tutti. Ma sono un uomo qualunque, e non posso”, disse una volta un collaboratore dell’organizzazione internazionale per l’aiuto ai profughi, quando tutto ciò che si poteva distribuire era esaurito.

Anche i cristiani dovrebbero fare miracoli. Una volta san Giovanni Maria Vianney moltiplicò il grano da dare ai poveri, ma fu un evento straordinario, irripetibile nella vita quotidiana. Lo stesso santo, però, faceva ogni giorno un altro “miracolo” per sfamare i poveri: digiunava, limitava i suoi bisogni al minimo, si razionava le patate da mangiare durante la settimana, risparmiava tutto per gli altri.

Il digiuno è spesso citato nelle omelie dei Padri dell’antichità cristiana. San Giovanni Crisostomo fa la stessa costatazione dei sociologi moderni, che nel nostro mondo esiste una enorme ingiustizia nella distribuzione del cibo. Non ne parla però come di un problema da studiare, lo commenta invece con un ammonimento: Dio vuole che tu stesso contribuisca alla giusta distribuzione della ricchezza. Comincia da te stesso, limita il superfluo a favore degli indigenti.

 

L’aiuto invisibile

Condividere il proprio cibo con una persona che ha fame è un aiuto visibile. Ma i credenti sono convinti che fra gli uomini esistano anche vincoli più profondi, invisibili, nascosti dietro il sipario del mondo. A questo pensa san Paolo quando scrive: “Portate i pesi gli uni degli altri” (Gal 6,2). Tutto ciò che fa soffrire gli uomini, malattie, miseria, fame, è conseguenza del peccato e ricade su tutta l’umanità.

Però, perché su uno più che su un altro? Perché uno è forte e sano, e un altro è nato debole e malato? Non potremo mai penetrare le decisioni della divina Provvidenza; possiamo solo trarre una conclusione: siamo chiamati a cercare di diminuire queste differenze. La vocazione di Cristo Salvatore consiste proprio in questo: prendere su di sé, liberamente, le conseguenze del peccato degli uomini, per salvare tutti e alleggerire le sofferenze di tutti. Sulle sue orme vanno coloro che, con un atto di libera decisione, fanno delle rinunce.

Sembra paradossale, ma con un digiuno possiamo aiutare un affamato in qualche angolo del mondo. È un fatto che esula da ogni calcolo economico, e sembra invisibile, insignificante. Eppure verrà alla luce e avrà senso quando si alzerà il sipario delle apparenze e vedremo il mondo alla luce della Provvidenza divina.

 


IL VANGELO DI OGNI GIORNO sono le riflessioni sul Vangelo feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.

Il libro è disponibile presso EDIZIONI LIPA