[IL VANGELO DI OGNI GIORNO] IV TEMPO ORDINARIO – Venerdì 2

Venerdì – ESECUZIONE DI GIOVANNI BATTISTA (Mc 6,14-29; cf Mt 14,1-12; Lc 9,7ss)

 

Erodiade gli portava rancore

La psicologia studia le ragioni della simpatia e dell’antipatia istintive. Goethe pensava si trattasse di un fenomeno analogo a quello che avviene in natura: certe creature si attraggono, altre sono incompatibili. L’uomo, però, non è soltanto un fenomeno naturale. Ha una personalità morale, che cresce nella scelta per il bene o per il male. E il bene e il male, come la luce e le tenebre, si escludono a vicenda. Erodiade che viveva nel peccato non poteva amare Giovanni Battista che predicava la penitenza.

Possiamo trarne conclusioni per la vita di ogni giorno. Non dobbiamo voler male a nessuno e considerare nessuno come nemico, ma questo non ci garantisce che saremo simpatici a tutti e che non avremo nemici. Contro Cristo sorsero molti nemici, Erodiade portava rancore a Giovanni Battista e moltissimi santi sono stati attaccati da tutti. Ma se gli altri ci vogliono male perché facciamo il bene, il vangelo ci proclama beati (Mt 5,11).

 

Erode temeva Giovanni

Anche Erode viveva nel peccato, ma non voleva far uccidere Giovanni Battista. Aveva per lui un salutare timore. La Scrittura insegna infatti che il timore è l’inizio della salvezza (Pr 1,7).

Il timore nasce quando ci rendiamo conto di trovarci alla presenza di qualcuno o di qualcosa più forte di noi. Temiamo un ladro armato, una tempesta violenta, l’insicurezza della situazione politica… Con un uomo forte non desideriamo scontrarci. Chi teme Dio ha scoperto che la sua mano è potente, ed afferra chi trasgredisce i suoi comandamenti.

Spesso si sente obiettare che non è giusto osservare i comandamenti di Dio per la paura dell’inferno e delle pene, che già esistono abbondantemente sulla terra. La Chiesa invece ha sempre difeso questa paura; certo non è lo stato d’animo perfetto, ma è l’inizio della salvezza. Il Concilio di Trento dice che chi evita il male per paura del castigo comincia a fare il bene; e chi fa il bene, lentamente ma certamente cresce nel bene e comincia ad amarlo.

Nella scala del progresso della vita spirituale il timore è il gradino più basso, e l’amore il gradino più alto: raggiungere l’amore è la fine di ogni paura. Sant’Antonio Abate, alla fine della sua vita, disse: Non temo più Dio.

 

A motivo del giuramento e dei commensali

Erode, che teme quest’uomo di Dio, non riesce ad evitare il crimine. Si combattono nel suo cuore due timori contrari: quello di Dio e quello dell’opinione degli uomini. Ha paura di loro, sospetta, vede nemici dappertutto. Come in guerra si ha paura anche di uno sguardo o di uno stormire di fronde.

I saggi di tutti i tempi ironizzano su questo tipo di paura. Nell’“Imitazione di Cristo” troviamo: “Che cosa sono le parole, se non solo parole? Volano nell’aria ma non muovono un sasso. Sii un sasso”. Eppure il nostro timore del giudizio degli altri è forte, ed è il motivo di molti nostri atti. Viviamo in una società e i buoni rapporti con gli altri ci sembrano fondamentali.

Il male comincia quando il timore degli uomini diventa più forte del timore di Dio. L’uomo, allora, diventa schiavo di tutto ciò che succede intorno a lui. “Chi non teme Dio”, scrive san Giovanni Climaco, “teme anche la sua propria ombra.”

 


IL VANGELO DI OGNI GIORNO sono le riflessioni sul Vangelo feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.

Il libro è disponibile presso EDIZIONI LIPA