La porta dell’eternità

La memoria in Alexander Schmemann

di David Bresciani


L’Eucaristia come vita nella memoria divina, dove tutto vive eternamente. A partire da questa memoria, il senso della teologia, della missione e anche quello della vita personale.

16,00

Quando la fede è compresa come un credo, un culto, delle pre­scri­zioni, ma niente di tutto questo è collegato alla vita, Schme­mann afferma che si tratta di una questione di memoria. Ma quale memoria? Non la nostra memoria psicologica – una delle facoltà più ambigue dell’uomo, capace di risuscitare il passato, nella consapevolezza tuttavia che si tratta di qualcosa che non c’è più, che la nostra vita è frammentata e scompare nella morte –, ma la memoria che ci è svelata nella liturgia. Cristo ha collegato la sua presenza tra noi al comando “Fate questo in memoria di me”. Attraverso la celebrazione dell’Eucaristia, che rinnova la memoria della persona del Signore – quindi di quanto Egli ha comunicato agli uomini come salvezza e pienezza di vita –, noi abbiamo accesso, nella frammentarietà della nostra esperienza, alla pienezza della memoria divina, dove tutto vive. L’anamnesi liturgica è quindi la realtà del regno presente in mezzo a noi che ci è dato come anticipo della pienezza escatologica e come forza di attrazione per camminare verso questa pienezza. È a partire da questa memoria che Schmemann vede il senso della teologia, della missione e anche quello della vita personale.

Ecumenismo, Escatologia, Eucaristia, Evangelizzazione, Fine delle società cristiane, Lex orandi, Liturgia, Memoria, Memoriale liturgico, Schmemann, Secolarizzazione, Teologia, Teologia liturgica, Teologia ortodossa

Peso 0,5080 kg
Anno

I Edizione

marzo 2016

Pagine

308

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