TRADITO DAL SUO POPOLO

[IL VANGELO DI TUTTO L'ANNO] II TEMPO QUARESIMA – Mercoledì 3

 

Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».
Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».


Ecco, noi stiamo salendo a Gerusalemme

“Ogni fiume non è il Giordano e ogni città non è Gerusalemme”, dicevano i pellegrini medievali per giustificare il faticoso e pericoloso pellegrinaggio in Palestina. Per gli Ebrei, Gerusalemme era la città scelta da Dio come dimora, nel tempio sul monte Sion. Dove altro, se non in questa città, poteva prendere possesso del suo regno il promesso e atteso Messia, re del secolo futuro?

Gesù era ben consapevole di tutte queste profezie. Perché si adempiano annuncia la sua partenza per Gerusalemme. Sale in alto, perché la città si trova su un colle, ma sale anche simbolicamente perché proprio da questa città dichiarerà: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra” (Mt 28,18). Il cammino verso Sion culminerà nella processione trionfale, quando gli canteranno “Osanna al Figlio di Davide” (Mt 21,9). C’è solo una cosa poco chiara in tutta questa storia: il modo con cui prenderà il potere. Gesù dovrà essere condannato a morte e incoronato di spine.

Tutti i misteri di Dio sono incomprensibili, per penetrarli è necessaria una particolare illuminazione dello Spirito Santo. Ma chi l’avrà in dono potrà dire con san Paolo che non c’è “altro vanto che nella croce del nostro Signore Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo” (Gal 6,14).

 

Sarà schernito e flagellato e crocifisso

Una cosa è ridere e un’altra deridere. Si ride di una barzelletta, di un gioco di parole, di una situazione inattesa. Si deride chi, per esempio, pretende di cantare e ha una pessima voce, o chi vuole governare senza alleati e sostenitori.

San Paolo scrive a proposito della derisione: “La parola della croce (di Cristo) infatti è stoltezza per quelli che vanno in perdizione” (1Cor 1,18). La derisione è giustificata fino a che non si rivelerà una nuova realtà invisibile a chi non è illuminato dallo Spirito Santo.

Cristo prende possesso del suo regno abbandonato da tutti, ma ha dalla sua parte Dio Padre, ed è questo che costituisce il suo maggior potere in cielo e in terra. È un concetto sempre valido. Un uomo e Dio è già maggioranza. Chi ha fede non teme l’insuccesso presso gli uomini. Chi ha fede non si meraviglia che la vita cristiana, i suoi princìpi, le sue preghiere appaiano ridicole agli atei. Questa derisione è motivo di tristezza perché prova compassione per la loro cecità.

 

Il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi

Per comprendere il mistero della croce è necessaria la luce dello Spirito Santo. Nella nostra esperienza quotidiana la luce proviene sempre da qualche sorgente esterna: dal sole, dalla lampada, dalla candela. Gli Ebrei parlavano di una doppia luce: esteriore e interiore, cioè la capacità di vedere al di là delle cose, la “luce degli occhi”.

Per conoscere Cristo i sommi sacerdoti e i dotti rabbini avevano a disposizione l’illuminazione divina dall’esterno, cioè la Scrittura, i detti dei profeti, i simboli della storia di Israele. Ma non li comprendevano. Mancava loro la “luce degli occhi”, cioè la capacità di comprendere la Scrittura spiritualmente. In questo consiste la tragedia del popolo eletto. Ha ricevuto la Legge come pedagogo e guida a Cristo, e proprio a causa della Legge i suoi interpreti hanno mandato Cristo a morire.

Cosa fare con la cecità interiore? Un detto popolare dice che neanche con il sole di mezzogiorno chi cerca solo il denaro riesce a vedere un mendicante. Chi cercava solo il potere non poteva vedere il regno di Dio, di un Messia che dichiarava “beati i poveri” (Mt 5,3).

 

IL VANGELO di tutto l’anno sono le riflessioni sul Vangelo festivo e feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.

[IL VANGELO DI TUTTO L'ANNO] II TEMPO QUARESIMA – Mercoledì 4 Il libro è disponibile presso EDIZIONI LIPA