GESÙ E BEELZEBUL
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore. Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde».
Gesù stava scacciando un demonio che era muto
Gli uomini spesso parlano sotto l’influsso del Maligno, cioè sotto l’effetto dei pensieri cattivi. Dicono cose che non direbbero mai quando sono in pace.
La malizia conduce anche al comportamento contrario, al mutismo. Qualche volta basterebbe poco, un gesto, una parola, chiedere scusa, un saluto e potrebbe tornare la pace fra chi ha litigato. Ma chi non ne ha voglia, diventa muto. L’odio nel cuore produce il mutismo, un mutismo in senso lato, cioè si interrompe ogni rapporto con gli altri.
A Praga, in un Istituto per sordomuti, c’era un giovane che scriveva poesie. Vennero pubblicate con il titolo “Cantici dal silenzio eterno”. In queste poesie tornava sempre lo stesso tema: la solitudine, l’abbandono, il bisogno di relazione e di affetto. I muti di solito non parlano perché sono anche sordi: non sentono la voce, non riescono a riprodurla e non possono comunicare con gli altri. Una cosa analoga avviene nel mutismo spirituale che viene dal Maligno. Si comincia con la decisione di non ascoltare, di ignorare il prossimo e le sue esigenze. Si finisce per non avere più niente da dire a nessuno. Solo l’amore può guarire da questo triste silenzio.
Scaccia i demoni con Beelzebul
Succede spesso, nell’Antico Testamento. Israele è in pericolo, sta per essere invasa da un esercito straniero. Allora i re cercano alleati, sempre stranieri: contro gli Assiri e i Babilonesi chiedono aiuto agli Egiziani e viceversa. Sempre, però, sorge qualche profeta e li condanna. Come fa per esempio Isaia con il re Acaz (Is 7). Il tema della sua predica è semplice: Se non continuerete fermamente ad aver fede, perirete (Is 7,9).
In altre parole, nel pericolo bisogna avere fiducia solo in Dio e in nessun altro. Il male, infatti, si può anche scacciare con un altro male, ma l’esito finale è peggiore del rimedio.
La storia di Israele è l’immagine di ciò che avviene nell’anima umana, dove le inclinazioni cattive si combattono fra loro per conquistare potere sul cuore. L’avarizia contro l’ubriachezza, la superbia contro la pigrizia, la vanagloria contro la tristezza.
Il cuore non sarà mai in pace finché Dio stesso non lo difenderà. Come dice sant’Agostino: “Il cuore è inquieto finché non riposa in Te”.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro.
Il secondo libro di Samuele descrive l’ascesa di Davide al regno. Davide era l’ultimo figlio dell’ultima stirpe di Israele; eppure divenne fondatore della dinastia. Si racconta nei dettagli come fortificò Gerusalemme, come sottomise gli altri popoli e come era solito pregare: “Il Signore degli eserciti è il Dio d’Israele! La casa del tuo servo Davide sia dunque stabile davanti a te!” (2Sam 7,26). Nella letteratura spirituale Gerusalemme è simbolo del cuore umano. Il cuore lo difende il Signore, ma anche noi dobbiamo sforzarci di proteggerlo. La difesa del cuore sono le virtù. Ma quale virtù è così forte da ottenere le altre come alleate?
Quasi tutti gli autori spirituali sono d’accordo sulla carità. Sant’Efrem la paragona al fuoco che arde nel cuore: nessuna tentazione si può avvicinare. Porta un esempio molto realistico. In oriente si cucinava all’aperto, e le mosche erano attirate dal cibo. Ma le mosche finivano nella minestra solo quando era fredda; finché era bollente non potevano neppure volarci sopra. Così succede anche al cuore: finché arde d’amore, nessun pensiero cattivo si può avvicinare.
IL VANGELO di tutto l’anno sono le riflessioni sul Vangelo festivo e feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.
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