IL COMPIMENTO DELLA LEGGE
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».
Finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno della legge
La Legge è la sintesi dei comandamenti di Dio. È possibile osservarli tutti? È la domanda che si pone ogni cristiano, e in maniera particolare se la pose san Basilio il Grande. Basilio era uno di quelli che oggi chiameremmo “convertiti”, cioè cominciò a vivere intensamente la vita spirituale al suo ritorno a casa, dopo molti anni di studio. Più tardi fu consacrato vescovo e divenne responsabile di tutta la provincia della Cappadocia in un periodo assai difficile, pieno di conflitti religiosi con i semi-ariani e con altre eresie.
In mezzo a tante controversie cresceva la confusione e la Chiesa era divisa. Tutti usavano le Scritture a modo loro. Per molto tempo san Basilio non sapeva cosa rispondere, poi gli venne in mente un pensiero illuminante. Gli eretici volevano osservare solo alcuni comandamenti; ma così facendo distruggevano l’armonia e creavano disorientamento. La Scrittura contiene le parole di Dio: tutte insieme esse formano un’armonia, e tutte insieme devono essere osservate. Così è nella Chiesa e nella vita di ogni persona.
Il compimento della Legge
I predicatori usano volentieri l’analogia fra le leggi morali e quelle fisiche. Se costruiamo una casa senza tenere conto della legge della gravità, la casa crollerà. Se seminiamo il grano nel periodo sbagliato dell’anno o in condizioni inadatte, non raccoglieremo niente. Lo stesso accadrà con la vita umana se sarà vissuta in contraddizione con la legge data da Dio.
Ma c’è qualcosa di più. Le leggi divine sono le parole di Dio. La parola data è segno di fedeltà e di stima verso un altro. Gli Ebrei giudicavano la fedeltà al Signore dal modo in cui veniva osservata la Legge.
Anche Cristo ha detto: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti” (Gv 14,15). Il cristiano, amico di Dio, teme di trasgredire anche il minimo comandamento divino per non essere “minimo” nel regno dei cieli.
Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma per dare compimento.
Se la Legge di Dio è valida, veniva detto ai primi cristiani, perché allora non osservate le prescrizioni dell’ Antico Testamento? Perché non osservate il riposo del sabato, perché mangiate cibi proibiti?
I comandamenti biblici sono in primo luogo parole di Dio e non princìpi astratti. Le formule matematiche sono valide per sempre, non cambiano mai. Quando parliamo liberamente con una persona invece è diverso; possiamo dire una cosa che è valida solo in quel momento, come facciamo ad esempio se chiediamo a qualcuno di aprire la finestra e appena abbiamo freddo gli diciamo di chiuderla. La seconda richiesta invalida la precedente.
Molto di quello che Dio chiedeva nell’Antico Testamento serviva a preparare la venuta di Cristo. Dopo la sua venuta quelle prescrizioni non ebbero più ragion d’essere. Perciò è necessario conoscere il senso dei singoli comandamenti: solo così ne comprenderemo la validità.
IL VANGELO di tutto l’anno sono le riflessioni sul Vangelo festivo e feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.
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