[IL VANGELO DI TUTTO L'ANNO] XXV TEMPO ORDINARIO – Martedì (II) 3

 

Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti

Gli evangelisti ci riferiscono della predicazione e dell’attività pubblica di Gesù. Della famiglia e dei parenti non dicono quasi niente. Perché?

Nella Bibbia in genere ci sono due tipi di atteggiamenti: o viene elencata minuziosamente la genealogia, oppure, se il personaggio ha ricevuto una missione speciale da Dio, c’è un silenzio totale sulle sue origini. Dio esige l’uomo intero, indiviso. La vocazione al servizio divino si può paragonare all’offerta del pane eucaristico. Un tempo i fedeli portavano il pane e il vino per la liturgia e lo mettevano su un tavolino davanti all’altare. I doni servivano per la festa dopo la liturgia. Il sacerdote ne prendeva una parte, che portava sull’altare come offerta da consacrare, perché divenisse corpo e sangue di Cristo. In questo modo i doni che venivano consacrati diventavano simbolo delle persone che Dio aveva scelto per una missione speciale, come i sacerdoti, i religiosi, i laici con un compito particolare.

Questa scelta è un privilegio. I genitori sono chiamati a comprenderlo e a rendere possibile la vocazione di loro figlio, anche se costa sacrificio. I prescelti a loro volta saranno riconoscenti alla famiglia. Ma la abbandoneranno, per essere totalmente al servizio del popolo di Dio.

 

Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica

Come Dio-uomo, Cristo ha una duplice origine, divina e umana. Dalle parole del vangelo sembra che Lui rinunci alla famiglia umana. Ma è solo un’apparenza. Il mistero di Maria qui non viene negato, anzi è ampliato. Maria è Madre di Dio perché riceve lo Spirito Santo e si mette a completa disposizione, dando il suo corpo per far nascere Dio sulla terra.

Dio viene anche in noi in modo diverso, soprattutto attraverso la sua parola e nelle ispirazioni del cuore. Se mettiamo in pratica la sua parola divina, essa diventa carne, realtà nel mondo. Origene e anche altri Padri della Chiesa dicevano che ogni cristiano è chiamato a partorire Dio, a dargli vita in questo mondo.

Una volta un prete ha detto la stessa cosa in questo modo: sul pulpito io presto a Dio la mia bocca, affinché il suo messaggio d’amore risuoni in voce umana. Voi prestate a Dio le vostre mani, affinché questo amore divenga carne nel mondo.

 

Mia madre

Dal tempo della Riforma torna spesso questo paragone: Maria ha partorito Cristo nella carne, è sua madre in senso carnale. Il cristiano invece ha una vocazione superiore: deve partorirlo nella fede. Può essere un modo per ridimensionare la devozione mariana, ma in realtà esso mette in rilievo due aspetti della collaborazione umana con Dio: l’aspetto interiore e quello esteriore. Anche Maria è divenuta Madre di Dio accettando con fede la volontà di Dio, e infatti il vangelo dice “beata colei che ha creduto” (Lc 1,45).

All’inizio dell’Antico Testamento è Abramo che crede, come scrive san Paolo, e diventa giusto e fondatore dell’Antica Alleanza (Rm 4,3). All’inizio del Nuovo Testamento Maria ha fede nella parola di Dio e diventa madre del nuovo popolo di Dio, cioè della Chiesa. E ne è pienamente consapevole: “D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata” (Lc 1,48).


IL VANGELO di tutto l’anno sono le riflessioni sul Vangelo festivo e feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.

[IL VANGELO DI TUTTO L'ANNO] XXV TEMPO ORDINARIO – Martedì (II) 4 Il libro è disponibile presso EDIZIONI LIPA