LA TEMPESTA NEL MARE

[IL VANGELO DI TUTTO L'ANNO] XIII TEMPO ORDINARIO – Martedì (I) 3

Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, salito Gesù sulla barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco, avvenne nel mare un grande sconvolgimento, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva.
Allora si accostarono a lui e lo svegliarono, dicendo: «Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed egli disse loro: «Perché avete paura, gente di poca fede?». Poi si alzò, minacciò i venti e il mare e ci fu grande bonaccia.
Tutti, pieni di stupore, dicevano: «Chi è mai costui, che perfino i venti e il mare gli obbediscono?».

 


Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta

Nel lago di Genesaret le tempeste arrivano in modo improvviso e violento, ma talvolta si possono prevedere. La gente esperta riconosce i segni della tempesta che si avvicina e si tiene lontana dall’acqua. Perché invece Gesù, in una situazione del genere, invita i discepoli sul lago? Origene risponde così : Per dimostrare che Egli è il Signore del mare e non dipende dagli elementi della natura. Per insegnare ai discepoli a sopportare le persecuzioni, scrive san Giovanni Crisostomo. Perché la barca è l’immagine della Chiesa, pensa Crisologo. Qualcun’altro domanda ingenuamente: Anche in paradiso ci sono le tempeste?

I Padri della Chiesa insegnano che tutte le catastrofi naturali sono conseguenza del peccato. Vale anche per le tempeste in senso figurato, che sono peggiori di quelle naturali. Nella Chiesa periodi di storia tranquilla si alternano a periodi travagliati dalle persecuzioni. Anche nelle società umane ci sono periodi di pace e periodi di guerra. Nella vita di ogni persona, un periodo di reciproca comprensione e di rapporti sereni all’improvviso lascia il posto ad avversità e discordie. Qualche volta si possono anche prevedere, ma è sempre ragionevole tenerne conto e non lasciarsi sedurre da una falsa illusione di pace. Non prometterti ciò che Cristo non ti promette!, leggiamo nell’“Imitazione di Cristo.”

 

Perché avete paura, uomini di poca fede?

Si dice che i popoli primitivi mitizzassero gli eroi senza paura, perché l’uomo per natura è timido, si sente sempre minacciato da qualcosa, ed è in perenne ricerca di un rifugio dove nascondersi. Gli antichi filosofi dicevano che dal punto di vista morale questa paura è assai nociva, perché il timido finisce per paralizzarsi, e dimenticare i buoni princìpi secondo cui comportarsi.

Ma ci sono tanti che sono timidi di carattere. San Giovanni Climaco li consola così : Non è tanto male se tremano le gambe, l’importante è che non tremi l’anima. Lui era convinto che la timidezza naturale si potesse vincere. Per esempio, ad una persona che ha paura di passare attraverso luoghi deserti, Climaco consiglia di andarci di notte, armata del nome di Cristo.

La timidezza diminuisce con la consapevolezza che non siamo soli, che c’è qualcuno con noi. Come dice il proverbio: Temi il Signore e non avrai da temere niente nel mondo!

 

Si fece una grande bonaccia

Lo storico ecclesiastico Eusebio cita questa frase del vangelo quando parla della morte di Ario: così finiscono le grandi persecuzioni della Chiesa. Una cosa analoga avviene anche nella nostra vita. Quando nella vita matrimoniale cominciano i litigi, sembra che non ci sia più il modo di andare avanti. Ma con la pazienza di tutti e due può tornare il sereno, e rinnovarsi l’intesa reciproca. Anche quando siamo sottoposti alla tentazione, abbiamo la sensazione di cadere e di non potere più tornare indietro. Ma dopo un po’ rimane solo il ricordo di un combattimento dal quale siamo usciti vincitori.

Il momento di desolazione nella vita prima o poi arriva. Ma cosa fare quando arriva? Negli “Esercizi” Sant’Ignazio risponde: “Chi si trova nella desolazione consideri come il Signore lo lascia nella prova affidato alle sue forze naturali, perché resista alle molte agitazioni e tentazioni del nemico. Si sforzi di perseverare in quella pazienza che è contraria alle vessazioni subite e pensi che presto sarà consolato.”

 


IL VANGELO di tutto l’anno sono le riflessioni sul Vangelo festivo e feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.

[IL VANGELO DI TUTTO L'ANNO] XIII TEMPO ORDINARIO – Martedì (I) 4 Il libro è disponibile presso EDIZIONI LIPA