[IL VANGELO DI TUTTO L'ANNO] XXV TEMPO ORDINARIO – Venerdì (II) 3

 

Chi sono io secondo la gente?

Le immagini di Gesù lo rappresentano in tanti modi: è pastore nelle decorazioni delle catacombe, è Pantocrator nei mosaici bizantini, è Gesù sofferente nelle cattedrali gotiche, è Uomo-Dio nel Rinascimento. Ogni artista rappresenta un aspetto della perfezione di Cristo, secondo il suo ideale. Anche gli atei, però, pur avversando la Chiesa, apprezzano Cristo, che considerano un filantropo o un rivoluzionario. Perché?

Gesù è primogenito di ogni creazione (Col 1,15), e in Lui quindi ritroviamo in forma perfetta i nostri stessi tratti, che in noi sono imperfetti e parziali. Abbiamo bisogno di un continuo sforzo di perfezione per crescere secondo la misura della pienezza di Cristo (Ef 4,13). Un tempo i cristiani amavano leggere le vite dei santi, perché nei santi c’è un riflesso della perfezione di Cristo e dunque aiutano a comprendere la sua pienezza.

 

Ma voi chi dite che io sia?

Cosa dice la gente di Cristo, e cosa ne pensano gli apostoli? I discepoli gli sono vicini, lo ascoltano parlare, vedono le sue opere: dunque dovrebbero avere di Lui un’idea che s’avvicina alla realtà della sua perfezione. Con quali parole esprimerla? Il vangelo di Matteo riferisce l’intera confessione di san Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (Mt 16,16). In Luca c’è un’espressione più generica: “Il Cristo di Dio”. Ma in tutte e due è contenuto l’articolo fondamentale della fede. Messia, in greco Christos, è colui nel quale si concentra tutta la storia biblica, l’evoluzione di tutta l’umanità che Dio ha promesso di salvare. Questa salvezza può venire solo da Dio, e il Messia è Dio, Figlio del Dio vivente. Allora colui che comprende il mistero di Cristo conoscerà Dio, perché Cristo è la porta del mistero (Gv 10,7). All’inizio, gli apostoli conoscono Cristo come uomo e lo seguono, e più tardi comprendono che è Uomo-Dio.

Anche le persone migliori che conosciamo perdono valore ai nostri occhi se non scopriamo Dio in loro.

 

Il Figlio dell’uomo, disse, deve soffrire molto

Come vedere Dio negli uomini? Quando scopriamo la grandezza d’animo nelle persone, troviamo in loro qualcosa di divino. Dei grandi artisti si dice che hanno un talento divino, che hanno fatto opere celesti, che stanno nell’empireo dei grandi. Ma non usiamo simili espressioni per persone malate, emarginate, povere, perseguitate; eppure Gesù , appena gli apostoli hanno confessato la sua divinità, dice che dovrà soffrire molto, essere perseguitato e messo a morte.

Quando va tutto bene non abbiamo difficoltà a sentire che Dio è con noi. Eppure dovremmo sentirlo particolarmente nei momenti difficili, e proprio in quei momenti conservare la fede.

La sofferenza ha un’origine diabolica, ma in Cristo assume un senso e uno scopo divino.


IL VANGELO di tutto l’anno sono le riflessioni sul Vangelo festivo e feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.

[IL VANGELO DI TUTTO L'ANNO] XXV TEMPO ORDINARIO – Venerdì (II) 4 Il libro è disponibile presso EDIZIONI LIPA