IL REGNO DI DIO SULLA TERRA

[IL VANGELO DI TUTTO L'ANNO] XXXII TEMPO ORDINARIO – Giovedì (I) 3

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».

 


Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione

Si dice che l’orizzonte sia una linea immaginaria che si allontana quanto più si crede vicina. Attenzione a non presentare così l’arrivo del regno di Dio.

È vero che in duemila anni il cristianesimo ha conquistato gran parte del mondo, ma la cosiddetta società cristiana non può essere identificata con il regno di Dio, promesso da Cristo, che è principalmente nel cuore degli uomini. Nel cuore, però, vede solo Dio.

Perciò evitiamo i due estremi: lamentarsi di quanti pochi veri cristiani ci siano oggi nel mondo o vantarsi troppo di quanto è grande la Chiesa.

Cosa ne sappiamo? Siamo davanti al mistero di Dio che vuole salvare tutti, ma ignoriamo come e quando.

 

Il regno di Dio è in mezzo a voi

Le verità di fede hanno sempre due aspetti, due punti di vista che si completano a vicenda. È così anche in questa parabola. Il regno di Dio è in primo luogo interiore, invisibile, ma Dio invisibile si manifesta anche esteriormente. La rivelazione di Dio sulla terra è la Chiesa, e lo Spirito Santo in mezzo a noi.

Al Concilio Vaticano II si è discusso a lungo se la Chiesa interiore, invisibile, si identificasse con l’istituzione ecclesiastica nella società. I Padri conciliari stabilirono che la realtà invisibile è incomparabilmente più ricca e più perfetta. L’organizzazione esteriore, la liturgia, i segni sacri ci introducono all’unione con Cristo: quando preghiamo insieme e partecipiamo all’eucarestia siamo consapevoli che Dio è in mezzo a noi, affinché si realizzi il suo regno in cielo e sulla terra, cominciando dal nostro cuore.

 

Come il lampo, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno

I sacramenti sono segni esterni, ma sappiamo cosa succede dentro di noi quando li riceviamo. Durante il battesimo l’acqua bagna la testa del bambino e purifica l’anima, e questa purificazione interiore è vita che cresce in pienezza. Anche la preghiera comune è immagine della nostra unione interiore con Cristo, per il momento unione parziale; durante la liturgia Egli viene a noi sull’altare, ma un giorno verrà nella pienezza della sua gloria. I predicatori medievali parlavano di questo giorno come il giorno del giudizio, dies irae, per spingere alla conversione e alla penitenza.

La condanna del male significa la vittoria del bene, e per questo i primi cristiani aspettavano con ansia quel giorno, e i cristiani di tutti i tempi continuano ad aspettarlo. Pregavano: “Marana tha vieni Signore Gesù” (1Cor 16, 22) ed Egli nell’Apocalisse risponde: “Ecco io verrò presto e porterò con me il mio salario per rendere a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo, il principio e la fine” (Ap 22,12-13).

 


IL VANGELO di tutto l’anno sono le riflessioni sul Vangelo festivo e feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.

[IL VANGELO DI TUTTO L'ANNO] XXXII TEMPO ORDINARIO – Giovedì (I) 4 Il libro è disponibile presso EDIZIONI LIPA