[IL VANGELO DI TUTTO L'ANNO] XXV TEMPO ORDINARIO – Mercoledì (II) 3

 

Non prendete nulla per il viaggio

Prepararsi per un viaggio in genere rende nervosi, temiamo di dimenticarci qualcosa di cui poi ci troveremo ad aver bisogno. È possibile prendere alla lettera il monito del vangelo, partire senza preparare nulla? Molti santi lo facevano. San Francesco chiedeva ai suoi primi frati di andare a predicare senza portarsi niente appresso. Il pane dovevano elemosinarlo, i pensieri glieli avrebbe ispirati lo Spirito Santo. Chi dice beati i poveri deve dare per primo l’esempio, si può vivere di quello che si dice. È rara una pratica radicale simile delle parole del vangelo. Non si può neanche pretendere da tutti. Il vangelo insiste soprattutto sulla povertà di Spirito (Mt 5,3), cioè sull’atteggiamento interiore. Concretamente significa che la nostra vita e il successo del nostro lavoro non dipende da quanto siamo preparati perché, anche se abbiamo fatto tutto il necessario, non possiamo mai essere sicuri di niente. L’unica cosa che ci dà forza è la certezza di essere sulla strada giusta e di fare quello che Dio ci chiede.

 

In qualunque casa entriate, là rimanete

Chi è tenace di solito riesce perché resta al proprio posto anche se tutto va storto. Chi è superficiale vaga qua e là, senza concludere ciò che gli è stato affidato. E chi predica il vangelo cosa deve fare? Stare solo dove lo accolgono, o avere il coraggio di cercare anche chi lo rifiuta?

Il vangelo non va mai ascoltato in modo meccanico, bisogna mettersi in sintonia con lo spirito che lo ispira. Certo, il nostro lavoro segue un progetto, ed è bene essere fedeli ai propositi con costanza e fermezza. Ma nello stesso tempo bisogna essere consapevoli che il primo passo è guidato dalla Provvidenza divina, che mostra attraverso i fatti la vera volontà di Dio, quella che si realizzerà sempre. Se riconosciamo i fatti come rivelazione, sottomettiamoci ad essi e restiamo là dove ci troviamo.

 

Quanto a coloro che non vi accolgono, nell’uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi

È un consiglio che oggi pare strano, ma nel linguaggio del tempo di Gesù, gettare la polvere contro qualcuno significava rinnegarlo, non avere nulla in comune con lui. Negli Atti degli Apostoli leggiamo che gli Ebrei gettarono la polvere contro san Paolo quando disse che era stato inviato a predicare Cristo: “Toglilo di mezzo; non deve più vivere!” (At 22,22). Gli apostoli devono fare una cosa simile, ma senza maledire chi non li vuole. Sembra intolleranza, ma può essere invece una manifestazione di tolleranza civile. È come se dicessero: non vogliamo costringere nessuno a pensare come noi, siete liberi di accettare o rifiutare Cristo. Ma se lo rifiutate noi abbiamo il diritto di andarci a cercare quelli che lo accolgono.

Nel mondo c’è una grande varietà di opinioni ed ognuno è alla ricerca dei propri simili. I cristiani non disprezzano nessuno, però hanno il diritto di stare e restare dove possono condividere con altri la loro fede.

 


IL VANGELO di tutto l’anno sono le riflessioni sul Vangelo festivo e feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.

[IL VANGELO DI TUTTO L'ANNO] XXV TEMPO ORDINARIO – Mercoledì (II) 4 Il libro è disponibile presso EDIZIONI LIPA