DOVE INCONTRIAMO DIO?

[IL VANGELO DI TUTTO L'ANNO] VII TEMPO ORDINARIO – Martedì (II) 3

Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato»..

 


Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me

Venne chiesto ad un biblista di spiegare brevemente la differenza fra l’Antico e il Nuovo Testamento. Egli rispose sorridendo: “Beh, si potrebbe dire che nell’Antico Testamento incontriamo Dio molte volte e in molti modi diversi (Eb 1,1), nel Nuovo Testamento lo incontriamo in Cristo. Qui Dio sembra concretizzarsi in una sola persona storica, Gesù di Nazaret”. Si può esprimere questa affermazione anche con i colori. In molti quadri, un pittore dipinge Cristo vestito di rosso, che nelle icone è simbolo della divinità, e con un mantello blu, segno dell’umanità, per rendere l’idea di Gesù Cristo, Dio divenuto uomo. Ma la prima domanda ne porta con sé necessariamente una seconda: qual è la differenza fra il vangelo ed il nostro tempo? La risposta sarà questa: nel vangelo incontriamo Cristo storico, oggi incontriamo Cristo mistico, presente in tutti gli uomini con i quali si è identificato, anche con i più piccoli.

 

Chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato

Nella vita quotidiana viviamo una doppia esperienza: visitiamo le persone e le persone visitano noi. Non è la stessa cosa. Visitare qualcuno che riveste una carica importante è un privilegio. Ma l’onore è ancora più grande se un grande personaggio visita noi.

Nella biografia di una santa medievale si racconta che nel giorno del suo compleanno il marito espresse il desiderio di avere alla sua tavola alcuni ospiti di alto rango; e la moglie promise di accontentarlo. Ma si arrabbiò moltissimo quando alla sua mensa trovò seduti i mendicanti del paese. La santa moglie riuscì a calmarlo, poiché anche lui era un uomo spirituale, esortandolo ad accogliere con tutti gli onori queste persone come se accogliesse Cristo stesso. Infatti, cosa si può desiderare di più? Chi accoglie Cristo, accoglie il Padre stesso e con Lui tutte le benedizioni.

Nella mitologia antica si racconta che quando gli dèi andavano a visitare gli uomini, per ricompensarli dell’ospitalità davano loro l’immortalità. I miti sono un interessante genere letterario, ed esprimono i desideri profondi dell’umanità. Il cristianesimo li realizza.

 

Colui che Dio ha mandato

Nella nostra vita incontriamo tante persone. Sono tutte inviate da Dio? Lo stesso vangelo ci avverte: “Guardatevi dagli uomini!” (Mt 10,17). In una lettera di san Giovanni leggiamo che se dovessimo incontrare per strada un eretico, neanche dovremmo salutarlo (2Gv 10). Lo stesso dovremmo fare con i pensieri: ne spuntano tanti in testa, ma bisogna discernere, custodire quelli buoni e scacciare i cattivi. Dobbiamo chiederci: dove mi porta questo pensiero? I pensieri buoni sono quelli che ci spingono a compiere un’azione buona, i cattivi quelli che rovinano noi e gli altri. Così sono anche i rapporti con gli altri: chi ci dà l’occasione di compiere un’opera buona è inviato da Dio. Le occasioni sono numerose, perciò dobbiamo imparare a sfruttarle nella maniera migliore.

Le persone spirituali sanno fare un discernimento in più: fra un bene più piccolo e un bene più grande, come diceva sant’Ignazio di Loyola. Tralasciano magari l’occasione di compiere una piccola opera buona per conservare le forze ed il tempo per un bene maggiore, alla maggior gloria di Dio!

 


IL VANGELO di tutto l’anno sono le riflessioni sul Vangelo festivo e feriale tratte dall’omonimo libro di padre Tomáš Špidlík.

[IL VANGELO DI TUTTO L'ANNO] VII TEMPO ORDINARIO – Martedì (II) 4 Il libro è disponibile presso EDIZIONI LIPA